I Pro Hanno Scelto Stili Diversi in 2 Salotti di Palazzi Storici
L'attenzione ai dettagli cromatici e alle rifiniture è la chiave di volta che conferisce calore ai soggiorni "cocoon"
A Roma e Milano, due progetti sartoriali esaltano la piacevolezza e la vivibilità di due piccoli soggiorni, in aperto dialogo con le caratteristiche dei rispettivi palazzi storici e le richieste dei committenti. Gli elementi comuni da cui prendere ispirazione? La sensibilità al colore, l’attenzione ai dettagli e la capacità di non saturare gli ambienti: armi vincenti per un risultato armonico e ricco di personalità.
Tavolo da pranzo: Tulip di Eero Saarinen; sedie: About di Hay; camino di recupero in marmo di Carrara; luci a sospensione: Annular di Woud
Il recupero del soffitto e la scelta conseguente del rivestimento a pavimento sono stati i primi passi per definire il “tono di voce” della stanza. Precedentemente tinto di nero, il soffitto ligneo è stato riportato al colore originale e quindi leggermente schiarito. A terra, un nuovo pavimento in rovere sbiancato e cerato ha saputo dare unità allo spazio, ricreando un ambiente caldo che proprio a partire da questa continuità sembra dilatarsi e congiungersi alle altre stanze.
«Questa casa sta in equilibrio tra passato e presente, con un tocco scandivano ma radicata alla tradizione romana: per questo era importante studiare con particolare attenzione i cromatismi, giocando tutto in una sfumatura continua tra un colore tenue all’altro», precisa Vannini.
Il recupero del soffitto e la scelta conseguente del rivestimento a pavimento sono stati i primi passi per definire il “tono di voce” della stanza. Precedentemente tinto di nero, il soffitto ligneo è stato riportato al colore originale e quindi leggermente schiarito. A terra, un nuovo pavimento in rovere sbiancato e cerato ha saputo dare unità allo spazio, ricreando un ambiente caldo che proprio a partire da questa continuità sembra dilatarsi e congiungersi alle altre stanze.
«Questa casa sta in equilibrio tra passato e presente, con un tocco scandivano ma radicata alla tradizione romana: per questo era importante studiare con particolare attenzione i cromatismi, giocando tutto in una sfumatura continua tra un colore tenue all’altro», precisa Vannini.
Coffee table: Phoenix di Patricia Urquiola per Moroso. A parete, una cornice per fotografie laccata bianca opaca; su disegno di Carola Vannini, è stata realizzata da un falegname. Radiatore:Tiffany di Scirocco
La scelta dei mobili è arrivata di conseguenza con l’obiettivo di enfatizzare l’effetto coordinato e rispondere al gusto della committente, che desiderava un tocco delicato.
Una madia contenitore laccata bianca corre lungo tutta la parete laterale, punteggiata da pochissimi oggetti di decoro per non creare troppo sovraffollamento e “rumore”. Il divano bianco è affiancato da due tavolini e movimentato dai cuscini che richiamano il rosa pallido delle sedute, raccolte intorno ad un tavolo tondo collocato davanti alla finestra.
Il motivo a merletto del radiatore contribuisce a inserire un piccolo vezzo romantico in un ambiente altrimenti lineare.
La scelta dei mobili è arrivata di conseguenza con l’obiettivo di enfatizzare l’effetto coordinato e rispondere al gusto della committente, che desiderava un tocco delicato.
Una madia contenitore laccata bianca corre lungo tutta la parete laterale, punteggiata da pochissimi oggetti di decoro per non creare troppo sovraffollamento e “rumore”. Il divano bianco è affiancato da due tavolini e movimentato dai cuscini che richiamano il rosa pallido delle sedute, raccolte intorno ad un tavolo tondo collocato davanti alla finestra.
Il motivo a merletto del radiatore contribuisce a inserire un piccolo vezzo romantico in un ambiente altrimenti lineare.
Una parte del muro in mattoni è stata riportata alla luce ed evidenziata con una striscia di Led radenti per farne percepire la texture
Chiediamo a Carola Vannini di raccontarci quali sono a suo avviso, gli elementi magari poco percettibili in grado di creare la coesione e lo charme che la stanza fa respirare. «In tutti i miei progetti, e in questo in particolare» ci dice, «l’illuminotecnica è molto importante per riuscire a enfatizzare le caratteristiche che definiscono un appartamento. In questo caso, il Led incassato nello spessore dell’intonaco mette in evidenza la porzione di muro riportata a vista e fa del radiatore un elemento di decoro importante. Anche le lampade a sospensione sono state scelte in modo attento: dovevano dimostrarsi importanti ma non invasive, né trasparenti, né troppo grandi né troppo piccole, viste le dimensioni non enormi della stanza».
Chiediamo a Carola Vannini di raccontarci quali sono a suo avviso, gli elementi magari poco percettibili in grado di creare la coesione e lo charme che la stanza fa respirare. «In tutti i miei progetti, e in questo in particolare» ci dice, «l’illuminotecnica è molto importante per riuscire a enfatizzare le caratteristiche che definiscono un appartamento. In questo caso, il Led incassato nello spessore dell’intonaco mette in evidenza la porzione di muro riportata a vista e fa del radiatore un elemento di decoro importante. Anche le lampade a sospensione sono state scelte in modo attento: dovevano dimostrarsi importanti ma non invasive, né trasparenti, né troppo grandi né troppo piccole, viste le dimensioni non enormi della stanza».
Lampadario: Random Light di Bertjan Pot per Moooi. Per giocare ironicamente con il richiamo novecentesco del palazzo, il rosone sul soffitto è stato completamente reinventato con il disegno di una processione di animali (sticker di Domestic)
Colpo d’occhio
Chi ci abita: una ragazza
Dove: quartiere Solari a Milano
Anno di costruzione: XVIII secolo
Anno di ristrutturazione: 2018
Architetti: Studio Paradisiartificiali
Superficie del salotto: 17 m²
Dal centro di Roma passiamo ad un palazzo in stile liberty a Milano. Qui, una giovane proprietaria che ha trascorso buona parte della sua infanzia in Africa affida allo studio di architettura Paradisiartificiali la ristrutturazione del suo appartamento. Il mandato: operare un restyling rispettoso delle specificità dell’edificio, enfatizzando il carattere del piccolo appartamento grazie a qualche punta di ambiziosa originalità.
Colpo d’occhio
Chi ci abita: una ragazza
Dove: quartiere Solari a Milano
Anno di costruzione: XVIII secolo
Anno di ristrutturazione: 2018
Architetti: Studio Paradisiartificiali
Superficie del salotto: 17 m²
Dal centro di Roma passiamo ad un palazzo in stile liberty a Milano. Qui, una giovane proprietaria che ha trascorso buona parte della sua infanzia in Africa affida allo studio di architettura Paradisiartificiali la ristrutturazione del suo appartamento. Il mandato: operare un restyling rispettoso delle specificità dell’edificio, enfatizzando il carattere del piccolo appartamento grazie a qualche punta di ambiziosa originalità.
Mobile cucina: Metod di Ikea. Il paraschizzi e le mensole su disegno sono state realizzate da un falegname
Ed è proprio orchestrando una scenografia sapiente, mai sopra le righe ma allo stesso tempo audace e immaginifica, che si muove la direzione di Paradisiartificiali.
“A dare il la” sono innanzitutto le finiture. Nel rispetto del carattere storico dell’edificio, tutti gli elementi preesistenti quali serramenti, finestre e vecchie ante vengono ripristinati per conferire qualità e un pizzico di storia. È la scelta del colore alle pareti, poi, a traghettarci nel presente: il verde pastello è sì un rimando allo stile novecentesco della palazzina, ma vuole soprattutto richiamare «Un effetto coloniale attraverso dei colori capaci di ricordare la savana e di ispirarci un mal d’Africa», ci racconta Lorenzo, socio insieme ad Alessandro di Paradisiartificiali. Declinato sulla parete di destra, nelle tende e sulle scultoree librerie gemelle su disegno a fianco della finestra, il verde pastello ben si sposa con il rosa antico delle sedute e con la spiccata materialità che definisce i complementi d’arredo.
Ed è proprio orchestrando una scenografia sapiente, mai sopra le righe ma allo stesso tempo audace e immaginifica, che si muove la direzione di Paradisiartificiali.
“A dare il la” sono innanzitutto le finiture. Nel rispetto del carattere storico dell’edificio, tutti gli elementi preesistenti quali serramenti, finestre e vecchie ante vengono ripristinati per conferire qualità e un pizzico di storia. È la scelta del colore alle pareti, poi, a traghettarci nel presente: il verde pastello è sì un rimando allo stile novecentesco della palazzina, ma vuole soprattutto richiamare «Un effetto coloniale attraverso dei colori capaci di ricordare la savana e di ispirarci un mal d’Africa», ci racconta Lorenzo, socio insieme ad Alessandro di Paradisiartificiali. Declinato sulla parete di destra, nelle tende e sulle scultoree librerie gemelle su disegno a fianco della finestra, il verde pastello ben si sposa con il rosa antico delle sedute e con la spiccata materialità che definisce i complementi d’arredo.
Tappeto round jute rug di Maisons du Monde; poltroncine vintage scovate in un magazzino
Nell’angolo salotto, a stupire è l’assenza di un divano, sostituito da due poltroncine gemelle. «Quello che ho cercato di evitare è creare l’appartamentino in cui tutto è incastrato e c’è l’effetto soffocamento. Un divano sarebbe arrivato subito dopo il blocco cucina e quindi avrebbe movimentato poco la sala. Attraverso le poltroncine, ho invitato la proprietaria a creare uno spazio più vicino ad una lounge, ad un angolo conversazione», continua Lorenzo.
Nell’angolo salotto, a stupire è l’assenza di un divano, sostituito da due poltroncine gemelle. «Quello che ho cercato di evitare è creare l’appartamentino in cui tutto è incastrato e c’è l’effetto soffocamento. Un divano sarebbe arrivato subito dopo il blocco cucina e quindi avrebbe movimentato poco la sala. Attraverso le poltroncine, ho invitato la proprietaria a creare uno spazio più vicino ad una lounge, ad un angolo conversazione», continua Lorenzo.
Tavolo: di Cargo Milano; applique: Oyster di Forestière; maschera del brand Omasku del designer israeliano Tzachi Nevo
Sulla parete di destra, che vediamo in questa immagine, troviamo l’astuzia che più definisce l’originalità dell’intervento. La parte superiore della parete, resa meno spessa della base, viene a creare un piccolo dentello. Qui, l’inserimento di una superficie specchiata contribuisce a dilatare lo spazio e riflettere i motivi del rosone centrale, creando un’espansione imprevista per le decorazioni.
Anche i soprammobili, scelti tra i ricordi della proprietaria e tra nuove acquisizioni, sono stati accuratamente selezionati per premiare l’iconicità. I tradizionali manufatti africani sono stati integrati da Paradisiartificiali riprendendone l’immaginario in maniera più contemporanea e meno prevedibile. Il risultato finale? Un piccolo nido personalissimo e accogliente, dall’atmosfera raccolta, dove sentirsi realmente a casa.
Ti è sono piaciuti questi salotti? Lascia un commento qui sotto e salva le foto più belle in un Ideabook!
Clicca qui e accedi a Project Match, il servizio gratuito di Houzz che ti mette in contatto con un esperto della ristrutturazione di appartamenti della tua zona
Sulla parete di destra, che vediamo in questa immagine, troviamo l’astuzia che più definisce l’originalità dell’intervento. La parte superiore della parete, resa meno spessa della base, viene a creare un piccolo dentello. Qui, l’inserimento di una superficie specchiata contribuisce a dilatare lo spazio e riflettere i motivi del rosone centrale, creando un’espansione imprevista per le decorazioni.
Anche i soprammobili, scelti tra i ricordi della proprietaria e tra nuove acquisizioni, sono stati accuratamente selezionati per premiare l’iconicità. I tradizionali manufatti africani sono stati integrati da Paradisiartificiali riprendendone l’immaginario in maniera più contemporanea e meno prevedibile. Il risultato finale? Un piccolo nido personalissimo e accogliente, dall’atmosfera raccolta, dove sentirsi realmente a casa.
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Chi ci abita: una professionista
Dove: quartiere Trastevere a Roma
Anno di costruzione: XVIII secolo
Anno di ristrutturazione: 2019
Architetti: Carola Vannini Architecture
Superficie del salotto: 30 m²
Nel centro storico di Roma, in un contesto di pregio del quartiere Trastevere, l’architetto Carola Vannini ha ricevuto l’incarico di ristrutturare l’appartamento di una committente con le idee davvero chiare. Tra le richieste, la principale era quella di poter disporre di un ambiente accogliente, caldo e confortevole, anche grazie a una palette cromatica dall’effetto avvolgente.
In tutta risposta, Carola Vannini ha subito compreso come la chiave di volta per la riuscita del progetto si sarebbe giocata su un filo di lana. Da una parte, preservare le caratteristiche architettoniche e il sapore inconfondibile del palazzo, dall’altra riuscire a riattualizzarlo, in uno studio attento di tutti i dettagli.